martedì 21 ottobre 2008

Sommovimenti metropolitani...

Stamattina, per una buona mezz'ora, ho avuto la chiara impressione che la città mi remasse contro. Passanti, autisti, persone in sosta, biciclette, motorini, semafori, passaggi a livello, autobus di linea e non. Insomma, nessuno escluso. Il motivo? Presto detto. Ero dal barbiere quando, ad un tratto, avverto dei profondi spasmi intestinali. Avete presente quella sensazione di pancia in procinto di esplodere? Si, proprio quella. Esattamente. Provo a resistere. Ci riesco, quasi senza battere ciglio. Intanto, concentrato come sono sui miei sommovimenti intestinali, perdo di vista il lavoro del barbiere che ci va giù di forbici. Troppo. Almeno secondo le intenzioni iniziali. Ma, piccola parentesi: tranquille care mie fan, non mi ha rapato a zero. Solo un po' più rispetto all'ultima piccola spuntatina. Sicuramente l'espressione ne ha beneficiato: è alleggerita se non altro. Ma non divaghiamo. Eravamo alla mia sostanziale difficoltà a star immobile sulla sedia del barbiere, fatto sta che riesco a resistere sino alla fine. Taglio, shampoo e persino breve rasatura della barba. Pago e mi catapulto fuori senza troppi convenevoli. Raggiungo l'auto e...cosa vedo? Uscita bloccata da un altro mezzo in doppia fila. Possibile? Si. Nonostante la strada sia lunghissima, nonostante ci sia un altro centinaio di auto da bloccare con la doppia fila; ad essere completamente impossibilitata a qualsivoglia movimento c'è solo la mia. Clacson? Clacson. E fortuna che il proprietario era vigile, se non altro, dietro la finestra di uno dei palazzi vicini. Mi raggiunge in men che non si dica e senza fare troppe storie (figurarsi se avevo voglia di attaccar briga!), metto in moto e scappo via. Primo semaforo, arancione: passo. Un'auto mi rallenta: la supero. Altro semaforo, stavolta il tempo è giusto: passo senza ammazzar nessun pedone. Gradualmente e sempre accompagnato da grossi sospiri (non di sollievo), come fossi una partoriente in preda alle doglie, continuo a districarmi nel traffico cittadino. A questo punto, solo un passaggio a livello mi separa dall'approdo nel mio quartiere. Passaggio a semi-barriere, quasi sempre aperto. Non oggi. Lampeggia al mio arrivo, si sta chiudendo. Sacramento. Ancora un sospiro. Un'altra contrazione. Attendo la riapertura, il codone non ne vuole sapere di muoversi. Ma perchè? Sta richiudendosi: c'è un altro treno in transito. Possibile? Possibile. Sacramento. Contrazione. Sospiro. Invocazione divina. Finalmente si riapre, passo. E prima che il peggio potesse concretizzarsi definitivamente, sono a casa. E andiamo!

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