domenica 23 maggio 2010

Una 5 km di gloria...

Ce l'abbiamo fatta: la prima partecipazione ad una manifestazione podistica è stata completata con successo. Percorso di cinque chilometri compiuto in 34' esatti: un tempo che ci ha permesso di onorare la Race for The Cure barese 2010. Il personale (seppure inferiore di circa 200 secondi, rispetto alla prova generale di venerdì sul tapis roulant), tuttavia, è stato l'ultimo aspetto a cui ho pensato sia alla partenza, che durante lo svolgimento della gara stessa. E ci mancherebbe. Ho cominciato talmente da poco a corricchiare (peraltro solo con lo scopo di mantenermi in forma e buttar giù peso!) che sarebbe assurdo se già mi atteggiassi a "forzato" della corsa (tanto per chiarire, secondo una personale e simpatica ripartizione, i podisti si dividerebbero in "forzati" e "improvvisati": i primi assolutamente impeccabili, dall'abbigliamento, ai gadgets, al materiale tecnico, sino ad un linguaggio fintamente forbito e professional; i secondi, tutto l'opposto; a salvarsi probabilmente solo gli "essenziali", categoria esattamente equidistante dalle precedenti). Lo avevo anticipato alla vigilia: l'importante era portarla a termine e superare la prova dell'asfalto e degli agenti atmosferici. Sotto quest'ultimo profilo, devo dire che non si poteva scegliere giornata migliore: cielo limpido, sole gradevole sin dalle prime luci del mattino e una leggera brezza marina a rinfrescarci nel momento più delicato della gara, i secondi due chilometri e mezzo. La corsa comunque è andata discretamente. Inizio a spron battuto (forse troppo!), con il primo km percorso in 6 minuti circa (complice la discesa iniziale e l'intraprendenza di luca, uno dei due amici con cui ho affrontato la corsa) e giro di boa raggiunto senza grossissimi problemi, non foss'altro per un sole contrario che ci ha letteralmente cotti. E' nel senso opposto che sono cominciati i primi problemini, almeno per il sottoscritto. Nonostante la brezza refrigerante e il sole ormai alle spalle, ho avvertito la necessità di cambiare ritmo. Ho rallentato, respirato a pieni polmoni e la variazione mi ha permesso di riprendere con piglio più deciso sino al traguardo, dove Luca ed io (nell'ultimo tratto sono riuscito a trascinarlo "psicologicamente": credo avesse cominciato ad avere le visioni di "fantozziana memoria"!) siamo stati anticipati di circa 2 minuti da Ubaldo, capace di conservare le energie necessarie ad uno scatto nel chilometro finale! Insomma una grande giornata di sport, amicizia e solidarietà (aspetto non trascurabile: la Race for The Cure raccoglie fondi per la lotta contro il cancro al seno).

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