domenica 14 marzo 2010

Emicranie, quotidianità e paraculi...

Ho un nuovo nemico. Anzi, chiamiamolo avversario (nemico è bruttarello e richiama altre vicende più spiacevoli). O meglio avversari (son più d'uno). I frequenti mal di testa della mia compagna. No, adesso non si cominci a far le solite battute precotte: non si tratta della giustificazione che utilizza per evitare la copula (sarebbe il colmo, vista la frequenza con cui riusciamo ad incrociarci!). Piuttosto è un'arma infame e sempre in agguato nei confronti dell'umore della coppia. Mal di testa = fine della tranquillità. Fine delle conservazioni serene. Inizio dell'irritabilità. Un po' come la sindrome pre-mestruale. Si perchè, il più delle volte - non bastasse - si presentano in coppia, come i Carabinieri. Ma decisamente meno divertenti dei Carabinieri. La controprova? Mi sapete dire il motivo per il quale non circolino troppe barzellette anche sulla sindrome pre-mestruale? Ve lo dico io: perchè è un fatto serissimo. Anche di più. Non si può mica scherzare su aspetti così seri. E anch'io, con questo post, sto rischiando la mia salubrità! Ma non divaghiamo (alle conseguenze penseremo poi...).
Il mal di testa - dicevamo - moderna fonte di nove discussioni su dieci. Chissà che non si scopra, un giorno, che le emicranie siano state tra le cause dello scoppio delle Guerre Mondiali. Non farei fatica a crederci. Un giorno Hitler si alza, con una morsa alla testa, le palle che gli girano, rumori molesti a completare il quadro e via: "Ok, invadiamo la Polonia...". E' davvero un attimo! Gli stessi istinti guerrafondai che, intimamente, rintraccio nella mia compagna, alle prese con cefalee varie ed eventuali. Sono i momenti in cui ti ritrovi a camminare su un filo esile. Molto esile.
La prima risposta improvvisamente scontrosa, segnali latenti di insofferenza, la totale idiosincrasia nei confronti di qualsivoglia rumore di sottofondo (fossero anche quelli della strada); quindi la domanda con un filo di voce e seza disturbare: "Ma hai mal di testa?". "SIIIIIIII". "Nooooooooooooooo": pensi disperato, già conoscendo la piega che prenderà la discussione. "Hai preso il Moment?", ancora con un filo di voce. "GIA' FATTO". Andiamo bene. Ed eccola, dunque, l'emicrania che infidamente ti assale alle spalle. E a nulla servono i tentativi per evitarla, muovendoti piano e con l'abilità slalomistica del miglior Tomba. In un attimo, ti ritrovi a combattere, moderno Skywalker, con la spada laser griffata 'Moment'. "Fai effetto, fai effetto, fai effetto, fallo subito": ripeti nella tua testa, mentre cerchi una soluzione.
Ma le vie d'uscita sono tutte braccate. Ipotizziamo si sia al telefono. Ipotesi A: "Dai - provi a dire, con fare amorevole - chiudiamo, non vorrei che il cellulare ti amplificasse l'emicrania". "Ok, se vuoi così": e dal tono è percepibile che lei NON VUOLE così e ti senti, in un attimo, l'ultimo insensibile della terra. Ipotesi B: "Dai - provi a usare un tono convinto e semi-allegro - ti faccio compagnia, così ti distrai e magari nel frattempo il Moment fa effetto". "Le onde del cellulare mi danno fastidio". Perfetto! Piano di riserva? Non c'è. Meglio improvvisare e continuare ad affidarsi a San Moment...
In fondo, però, devo ammetterlo: anche con l'emicranie non la cambierei con nessuna (ehi tu, so già cosa stai dicendo/pensando: "Adulatore e paraculo". Ma non è così). Ognuno ha il suo punto debole e gli episodi sopra citati fanno parte della normale dialettica di coppia. Di quell'impagabile quotidianità che con il tempo diventa così familiare e naturale. Della stessa quotidianità che s'insegue, si ricerca e che, soprattutto quando si è distanti, si esige e vorrebbe per sè, emicranie o no!

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