"Quella notte non chiusi occhio, tanto il ricordo di quella donna mi ingombrava l'anima. In me Carla era così presente, così reale, che non riuscivo nemmeno a chiuderla dentro un sogno".
[Il violino nero - Maxence Fermine]
A Carla sostituiteci qualunque nome desideriate e ditemi se non si tratta di una sensazione provata almeno una volta. Quelle notti che sembrano nate solo per vederti con gli occhi sbarrati e fissi verso il soffitto. Desto, forse un po' intorpidito, ma estremamente lucido. Con un obiettivo, un pensiero, un'immagine fissa. Un desiderio. E la mente incapace di pensare ad altro!
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